Siamo sempre più circondati dal concetto di talento, ci segue un po’ ovunque. Spesso è un termine che sentiamo e vediamo associato a film, serie o programmi televisivi, e gira sempre intorno a immagini legate al modo dell’arte e dello spettacolo. Ma il talento non è quello, o meglio, non è solo quello.

Che cos’è dunque il talento?

Secondo il dizionario Garzanti è: “capacità innata, disposizione naturale, inclinazione dell’animo”. (definizione Garzanti)

Il talento quindi è una predisposizione del tutto individuale che fa apparire una persona eccezionale rispetto alla norma. È insito, non si dissolve ma, come per ogni cosa, deve essere coltivato. Riesce ad attivarsi prontamente quando le situazioni permettono di farlo ma va affinato affinché risulti ben indirizzato e contestualizzato.

Spesso è l’aiuto esterno che permette al talento di essere ben visualizzato, incoraggiato, coltivato e messo a disposizione in modo efficace. In che modo si riesce a raggiungere un simile risultato? Ci si riesce attraverso l’allenamento, la passione, la perseveranza, la determinazione e la voglia di raggiungere obiettivi specifici.

Prima di ogni cosa, quindi, bisogna riconoscerle le proprie inclinazioni. E questa è sicuramente una parte difficile. Ma, più difficile ancora, è trovare l’appoggio e l’incoraggiamento necessari a individuarlo e indirizzarlo bene.

Come, con chi e in quale contesto si coltiva il talento? Due sono gli ambiti: la famiglia e l’azienda.

La famiglia è il punto di riferimento su cu ci si basa per avere sostegno incondizionato e il ruolo dei genitori è indispensabile per la buona individuazione e valorizzazione del talento. Osservare i figli, saperne cogliere le sfumature, sostenerli nel corretto sviluppo cognitivo, sono tutte azioni svolte per aiutarli a intraprendere un percorso equilibrato, sicuro e soprattutto personalizzato, in cui dare libero sfogo alla loro personalità.

Il compito dei genitori, in questo percorso, è imprescindibile:

  • dovrebbero favorire le situazioni in cui i figli possano fare esperienza e aumentare i contatti con gli altri e con l’esterno;
  • migliorare il percorso educativo e formativo per sviluppare una buona attitudine affettiva e cognitiva;
  • offrire stimoli adeguati;
  • riuscire a indirizzarli nelle scelte scolastiche e lavorative;

dare loro la possibilità di orientarsi per comprendere a pieno quali sono le aree di eccellenza, le attitudini e le capacità.

Non è soltanto il contesto familiare ad avere una profonda importanza sul riconoscimento e sullo sviluppo del talento. Anche l’ambiente lavorativo contribuisce alla ricerca e, soprattutto, all’applicazione idonea di un’abilità innata. Spesso spetta all’HR riconoscere il talento in un candidato, farlo emergere, comprenderne la potenzialità e renderlo utile nel team di lavoro.

Il ruolo dell’HR è proprio questo:

saper individuare l’insieme di competenze, esperienze e conoscenze delle risorse umane che possono collaborare e condurre un’azienda a raggiungere un obiettivo specifico. E, in seguito, saper gestire correttamente i talenti a disposizione.

Una volta creato il cosiddetto capitale umano, una volta integrati e orientati i singoli talenti è opportuno provvedere al mantenimento degli stessi.

Quali sono le azioni necessarie a “trattenere” in azienda i propri dipendenti?

  1. Motivare il singolo talento dando valore e riconoscimento ai risultati conseguiti.
  2. Instaurare un rapporto di fiducia fatto di comunicazione e feedback.
  3. Prevedere opportunità di carriera, programmi di formazione personalizzati e coinvolgimento in progetti di ricerca e sviluppo.
  4. Permettere un orario lavorativo flessibile, piani di crescita professionale e possibilità di lavorare part-time.
  5. Garantire un piano di welfare a sostegno della famiglia dei dipendenti, in particolar modo, legato alle possibili esigenze dei figli in materia di orientamento scolastico e lavorativo.

A ben vedere, famiglia e azienda ricoprono, seppur in maniera diversa, il ruolo fondamentale di sostenitori di abilità individuali. Ed è necessaria la loro presenza e il loro appoggio per far emergere, per far crescere e per applicare efficacemente il talento che è in ognuno di noi.

 

“La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione”.

(Lucio Anneo Seneca)