La competenza personale dell’intelligenza emotiva è la più importante per avere successo nel lavoro di oggi.

Che cos’è l’intelligenza emotiva e soprattutto perché è la chiave del successo personale nel lavoro?

Lo psicologo Daniel Goleman definisce l’intelligenza emotiva come:

la capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli degli altri e di saper gestire le emozioni in modo efficace.

Questo significa avere una maggior consapevolezza delle proprie emozioni che passa di conseguenza da una maggiore conoscenza di sé stessi. Infatti riuscire a gestire le proprie emozioni e percepire quelle degli altri, permette un miglioramento dell’ambiente di lavoro aumentando la produttività. Non a caso sempre più aziende cercano di inserire tra i propri leader persone con grande intelligenza emotiva.

 

I 4 ambiti che compongono la competenza dell’intelligenza emotiva

 

  • Consapevolezza di sé, ovvero conoscere le emozioni che si provano e perché le si provano.

  • Gestione di sé, ovvero saper gestire le emozioni negative e sfruttare quelle positive.

  • Consapevolezza sociale, ovvero riconoscere le emozioni altrui e empatizzare con esse.

  • Gestione delle relazioni, ovvero lavorare con efficacia, risolvere le problematiche, ispirare e motivare gli altri.

 

La globalizzazione necessità di maggiore intelligenza emotiva

In un ambiente di lavoro che cresce sempre più oltre i propri confini, è chiaro che per ricercare il successo personale nel lavoro è fondamentale sapersi rapportare e collaborare con persone culturalmente differenti da noi. Difatti è sempre più richiesto dalle grandi aziende, la capacità di networking con individui provenienti da altre parti del mondo. Qui entra in campo l’intelligenza emotiva, che è la competenza che ci permette di empatizzare e cooperare con altri individui, anche con culture diametralmente opposte alla nostra.

 

Come funziona e perché è importante per il successo personale nel lavoro?

Conoscere sé stessi non significa conoscere solo i propri gusti e preferenze, ma conoscere il proprio stato emotivo e saperlo cambiare, sfruttando ciò per migliorare la produttività. Facciamo un esempio: Un ingegnere capo di un cantiere, dopo una settimana di lavoro, si sveglia con una strana sensazione di stanchezza e fatica nel fare le cose. Se dotato di buona intelligenza emotiva, l’ingegnere riconoscerà l’emozione che gli provoca quella sensazione, ovvero l’apatia, e gli porrà rimedio esaminando a fondo quella emozione per poi cambiarla con una più propositiva. Come ad esempio pensando alle motivazioni per cui fa quel lavoro, i sacrifici per ottenerlo e magari la sensazione di gioia che ha provato anni addietro nell’ottenerlo.

Così funziona l’intelligenza emotiva, e da questo si evince anche la grande importanza per il proprio successo personale nel lavoro. Una persona con intelligenza emotiva riesce a superare le insidie che si celano durante un processo lavorativo, come il potersi arrabbiare, deprimere, ecc., ma soprattutto riesce anche a motivare in maniera positiva gli individui con cui lavora.

 

Come accrescere al competenza dell’intelligenza emotiva? 

Possiamo stabilire un’allenamento di questa competenza in 3 fasi:

  • Fase 1: Conoscere sé stessi
    Riconoscere i sentimenti che proviamo durante il giorno e dargli un nome (es. rabbia, apatia, sconforto, ecc.), provando a comprendere da quali avvenimenti sono dovuti. Cercare di considerare anche i malesseri del corpo e capire se sono dovuti da alcune emozioni che si sta provando. Non giudicarsi mai per le emozioni che si provano, anche per quelle più negative. Infine esercitarsi per trovare un modo per reagire ad esse.

  • Fase 2: Sintonizzarsi con altre persone
    Essere mentalmente aperti a tutto. Saper ascoltare in maniera proattiva considerando i punti di vista altrui. Cercare di accrescere la propria empatia, mettersi nei panni degli altri, chiedersi “come mi sentirei io in quella situazione?”, e poi cercare di essere d’aiuto. Bisogna cimentarsi nella difficile arte di leggere il linguaggio del corpo. Cercare di leggere tra le righe di una conversazione per capire a pieno lo stato emotivo di un’altra persona. Bisogna poi osservare l’effetto che si ha sugli altri, e provare a migliorare il modo di porsi se si denota che il proprio intervento sia dannoso per chi si ha di fronte. Infine bisogna esercitare il modo di essere emotivamente onesto, sforzandosi di far trasparire al meglio il proprio stato d’animo, in modo che poi le persone lo riconoscano più facilmente.

  • Fase 3: Usare concretamente l’intelligenza emotiva
    Cercare di capire dove si può migliorare, quali sono gli atteggiamenti da cambiare e quali da promuovere. Eliminare lo stress giornaliero attraverso un’attenta analisi delle cause scatenanti. Infine bisogna avere un atteggiamento positivo di partenza su tutte le situazioni, senza peraltro mai prendersi troppo sul serio, sia sul lavoro che nella vita privata.