Fortnite, League of Legends, Minecraft, Fallout, Far Cry, World of Warcraft. Hai mai sentito questi nomi di videogame?

Sono solo alcuni tra i più conosciuti e giocati al mondo. Considerati a lungo un semplice passatempo e, a volte, anche vietati in quanto etichettati come “pericolosi”.

Da un po’ di tempo a questa parte sono stati in parte assolti, riabilitati e liberi di essere giocati.

Come mai questo cambio di rotta? Cosa ha fatto sì che il pensiero sui videogiochi cambiasse?

È cambiato il punto di vista con cui si guarda al gioco in generale.

In questo caso specifico si inizia a vederne i lati postivi e quegli elementi che possono aiutare a sviluppare e migliorare alcune competenze e qualità. Parliamo delle soft skill.

Sempre più aziende, che ricevono curriculum, dedicano attenzione non soltanto alle esperienze formative e lavorative ma, soprattutto, agli interessi dei possibili candidati. Avere interessi al di fuori dell’ambiente lavorativo, praticare uno sport, avere un hobby, fare volontariato sono tutte attività che permettono lo sviluppo di una serie di competenze trasversali richiestissime dal mercato del lavoro.

Per questo motivo, sempre più spesso, nei CV viene inserita tra le attività quella di “gamer” o viene inserito come sport l’”e-sport” (sport elettronici). Sono appunto interessi legati alla passione dei videogiochi.

Come vengono interpretati dai recruiter questi particolari passatempi?

Sicuramente in modo positivo. Un videogamer può avere una marcia in più.

I videogame possono essere formativi? Se si, quali tipi di competenze (soft-skills) possono contribuire a sviluppare?

Il gioco è da sempre un mezzo utilizzato per far apprendere determinate abilità o conoscenze. L’azione del giocare è una strategia efficace in quanto, coinvolgendo l’individuo e fornendogli una serie di obiettivi da raggiungere attraverso pratiche stimolanti, l’apprendimento risulta facilitato grazie proprio allo sforzo positivo impiegato in una determinata attività che risulta divertente e coinvolgente.

E cosa c’è di più coinvolgente e divertente per un ragazzo se non quello di mettersi davanti a un videogame e affrontare zombie, mostri e alieni?

Titoli come:

  • GTA
  • Metal Gear
  • Crash Bandicoot
  • Call of Duty
  • Assassin’s Creed

ti fanno venire in mente qualcosa? Probabilmente azione, avventura, inseguimenti, missioni, esplorazioni, strategie.

Ma non solo. Ognuno di questi videogame, visto e giocato da un’altra angolazione e con un altro punto di vista, posso far sviluppare alcune soft skill.

Proattività                                          GTA

Gestione Dello Stress                      Metal Gear

Capacità decisionale                       Crash Bandicoot

Problem Solving                               Call of Duty

Pensiero Laterale                            Assassin’s Creed

 

Questi sono esempi per far comprendere come i videogiochi di azione come GTA, di guerra e strategia come Metal Gear e Call of Duty, oppure open world come Assasin’s Creed possano far sviluppare competenze trasversali.

In questi giochi è necessario avere un piano da seguire, delle regole da rispettare, la mente lucida per prendere decisioni rapidamente, l’abilità di cercare vie di uscita da situazioni difficili, il sangue freddo per gestire lo stress, la capacità di organizzarsi e quella di lavorare con gli altri per poter andare avanti nel gioco e, ovviamente, finirlo.

Anche se stiamo parlando di videogame e non di vita reale, questo tipo di capacità (soft-skills), una volta acquisite, possono essere riutilizzate e applicate anche nella vita di tutti i giorni e nel mondo del lavoro.

È più che positivo cercare di prendere spunto da situazioni e attività, non per forza contestualizzate, che possano farci acquisire e potenziare abilità riutilizzabili in altri contesti. (N.B. anche questa è un’altra competenza trasversale!)

p.s. adesso non è necessario correre a comprare videogiochi e diventare campioni di e-sport! Però, una partita ogni tanto potresti concedertela, tanto per mantenere allenate le tue soft skills.